domenica, Ottobre 13, 2024

L’Italia è irritata dall’opposizione tedesca all’acquisizione di Commerzbank

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Negli ambienti governativi italiani cresce l’irritazione per la forte opposizione tedesca all’acquisizione di Commerzbank da parte dell’italiana UniCredit. Lo riferiscono fonti romane all’agenzia di stampa Bloomberg.

È strano, ad esempio, che i funzionari governativi del primo ministro Giorgia Meloni sostengano una maggiore cooperazione europea in Germania, ma si oppongono all’acquisizione di Commerzbank da parte di un pari europeo.

All’inizio di questo mese, UniCredit ha sorprendentemente acquisito una quota del 9% in Commerzbank, e lunedì la più grande banca italiana ha annunciato che avrebbe aumentato la propria partecipazione al 21%. Ciò rende UniCredit il maggiore azionista della seconda banca tedesca.

Tuttavia la Commerzbank, i sindacati e il governo tedesco sono molto preoccupati per la scalata italiana.

Ma secondo gli addetti ai lavori ci sono delusioni anche per il comportamento dell’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orsel, nei confronti di Commerzbank. Secondo alcuni funzionari governativi, Orcel sta agendo in modo troppo aggressivo e ciò potrebbe danneggiare i rapporti tra Italia e Germania.

Il cancelliere tedesco Scholtz ha criticato l’approccio aggressivo della grande banca italiana

Lunedì il cancelliere Olaf Scholes ha criticato l’operato di UniCredit. A New York ha affermato che il governo ritiene che “non sia appropriato” “tentare acquisizioni aggressive di società senza alcuna cooperazione, consultazione o coordinamento”. Secondo Scholes, Berlino “ha chiarito chiaramente che non lo consideriamo un comportamento appropriato in Europa e in Germania”.

Il CEO di UniCredit Orcel è un nome noto ma controverso nel settore bancario europeo. Nei Paesi Bassi viene talvolta chiamato “Recker” di ABN AMRO. Nel 2007, come banchiere d’investimento presso l’americana Merrill Lynch, l’italiano ha ideato lo scioglimento di ABN AMRO.

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All’epoca, il trio bancario RBS, Fortis e Banco Santander si divisero più di 70 miliardi di euro dopo aver cancellato ABN AMRO. Dopo l’acquisizione le riserve di capitale si sono notevolmente indebolite e le banche si sono trovate in difficoltà a causa della successiva crisi finanziaria.

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