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Recensione: Mandy, Indiana – I’ve Seen a Way (album)

Recensione: Mandy, Indiana – I’ve Seen a Way (album)

No, a differenza di Paris, Texas, Mandy, Indiana non è un posto che esiste. Valentine Caulfield potrebbe sospirare – e gridare – in francese, ma la band viene da Manchester. Tutte le altre aspettative sono consentite dopo la dolce melodia di apertura Tema d’amore (4K VHS) Anche in mare di fretta: quanto segue Prossima fase L’elettronica estrema che mette dietro di sé corridori irriducibili come Factory Floor, Health e Working Men Club.

Più Atari Teenage Riot di The Prodigy, per così dire. Non che questa sia musica da ballare di per sé. È possibile, a volte, ma è preferibile pompare con i pugni e a rischio di astanti (soprattutto uno di loro) Salsiccia acida Se lanugine alla pesca; Funziona bene per questo). E altrettanto spesso le persone cercano cose molto diverse dai ritmi dance. Qualcosa di hardcore – industriale, per esempio (cesoie rosa). o un sistema di caverne man mano che diventa sempre più scuro (2 barre). O un paesaggio sonoro astratto con fastidiosi rumori di sottofondo, quelli fanciulla di ferro egli è chiamato. Per non parlare dell’ultimo pezzo sproloquio dal titolo meravigliosamente corretto Allenamento della sensibilità Possiede. È tutto possibile. Come nella realtà, tutto è possibile a Mandy, nell’Indiana, purché sconvolga, pruriti, stupisca e attiri l’attenzione. Quest’ultimo in particolare fa questo album in modo eccellente.

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