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“Scusa, abbiamo messo tuo figlio nell’acido”: i mafiosi offrono ai genitori 60mila euro e un appartamento come risarcimento |  al di fuori

“Scusa, abbiamo messo tuo figlio nell’acido”: i mafiosi offrono ai genitori 60mila euro e un appartamento come risarcimento | al di fuori

Due gangster italiani accusati di aver ucciso accidentalmente un uomo e di averne sciolto il corpo nell’acido fanno una proposta sorprendente prima del processo. Offrono ai genitori della vittima un risarcimento di decine di migliaia di euro e un appartamento per risarcire il “danno”.


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Ultimo aggiornamento:
19-04-23, 20:02


fonte:
I tempi, il telegrafo

Giulio Giacio, operaio edile di 26 anni, fu rapito e colpito alla testa da finti poliziotti più di vent’anni fa. Poi il suo corpo è stato sciolto nell’acido. Un delitto così efferato semplicemente perché due uomini della camorra napoletana, Salvatore Camarota (56) e Carlo Nappi (64), pensavano che avesse una relazione con la sorella di Camarotta.

Ma si è scoperto che si trattava di un caso di identità errata: Giacccio non aveva niente a che fare con la donna o con il clan camorristico che governava Napoli.

“bentò”

L’omicidio è avvenuto nel 2000, ma i due gangster sono stati arrestati solo nel dicembre dello scorso anno dopo che la polizia ha ricevuto una soffiata da “Bentito”, un ex mafioso diventato informatore.

I due uomini sono ora sotto processo per l’omicidio, ma sembra che abbiano offerto un “risarcimento” alla famiglia della vittima. Tale compenso consisterà in 60.000 euro e un appartamento del valore di 120.000 euro.

“la punizione più dura”

Se un autore in Italia fornisce un risarcimento alla vittima o alla sua famiglia, questa può essere considerata un’attenuante della pena. Ma la famiglia della vittima ha rifiutato l’offerta e vuole giustizia. “Non ci sono soldi al mondo che possano riportare indietro Giulio. La famiglia ha fiducia nella giustizia”, ​​ha detto l’avvocato Alessandro Motta.

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Mercoledì si è tenuta la prima seduta del processo. I parenti vogliono la “severa punizione” per l’imputato.

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