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Un giudice di Milano ha ordinato a Philips di restituire i respiratori in Italia questo mese. Se ciò non è possibile, l’azienda di tecnologia medica deve pagare 20.000 euro per gli straordinari ogni giorno. Ma Phillips dice che la scadenza è improbabile. “Non è possibile in nessun paese e non ci schiereremo con nessun paese”.
AP
13 aprile 2023
I giudici italiani si sono pronunciati a favore dell’associazione dei pazienti Appnoisi Italiani e dell’associazione dei consumatori Adusbef nel caso. Volevano che Philips accelerasse perché la scadenza di fine 2022 fissata dal Ministero della Salute italiano non era ancora stata rispettata. Secondo i denuncianti, Philips ha sostituito solo un quarto delle apparecchiature in Italia.
Phillips dice che sta ancora valutando il verdetto. Secondo la società, è possibile presentare ricorso.
Philips è coinvolta da anni in contenziosi riguardanti i dispositivi per l’apnea notturna. La schiuma isolante di questi dispositivi può rompersi e rilasciare tossine quando viene a contatto con determinati prodotti per la pulizia. Tuttavia, secondo una ricerca commissionata da Phillips, le conseguenze sulla salute non sono così gravi.
Entro la fine dello scorso anno, Phillips ha affermato di aver sostituito il 90% dei dispositivi per l’apnea notturna in tutto il mondo. Il tutto è già costato all’azienda centinaia di milioni di euro.
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