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Le multinazionali devono pagare tasse minime nel 2023

Il ministro delle finanze del Gruppo dei Venti – le 19 maggiori economie e l’Unione europea – ha raggiunto un accordo sulla riforma fiscale globale. Ciò significa una tassa minima del 15% per le società multinazionali.

Si è discusso dell’imposta minima di otto anni. A giugno, il Gruppo dei Sette, le maggiori potenze economiche, ha imposto una svolta. L’accordo prevede che le multinazionali di tutto il mondo debbano pagare una tassa di almeno il 15%. Ci sarà anche una nuova distribuzione delle tasse per le multinazionali in base ai profitti realizzati in ciascun paese. Questo ha lo scopo di impedire alle aziende di trasferirsi in paradisi fiscali in cui devono essere pagate poche o nessuna tassa e per i paesi di competere tra loro tagliando le tasse sulle società.

Le aziende target sono multinazionali con un fatturato di oltre 20 miliardi di euro e una redditività superiore al 10 per cento. Quindi è l’intenzione che piace alle aziende Amazon e Google Pagare le tasse nei paesi in cui forniscono prodotti e servizi e non hanno più la loro sede.

Storico

Il ministro delle finanze tedesco Olaf Schulz parla di un “grande accordo storico”. “L’evasione fiscale spostando i pagamenti verso i paradisi fiscali scomparirà per sempre”, ha detto Schulz.

Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire parla di “una nuova struttura fiscale per il XXI secolo”. “Penso che questa sia una buona notizia per il G20 e per tutti i paesi del mondo”, ha detto Le Maire.

I capi di governo del G20 si incontreranno a Roma in ottobre per firmare l’accordo. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico aveva precedentemente calcolato che la tassa potrebbe generare circa 150 miliardi di dollari. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, 130 paesi sostengono tasse minime. L’accordo entrerà in vigore nel 2023. Le grandi linee di questo accordo sono già state concordate da 131 paesi nel quadro dei negoziati dell’OCSE.

Corona

I ministri del G20 si sono detti più preoccupati per l’andamento della variabile delta. Potrebbe paralizzare la ripresa economica. Hanno chiesto che i vaccini contro la corona siano resi più facilmente disponibili ai paesi meno sviluppati. Non sono state annunciate misure concrete.

Il ministro dell’Economia italiano Daniele Franco ha riconosciuto che le nuove varianti del virus sono una delle principali preoccupazioni per l’economia globale, ma allo stesso tempo non ha chiesto nuove restrizioni che possano influenzare la vita quotidiana delle persone. “L’unica risposta corretta per combattere l’epidemia è la vaccinazione”, ha detto Franco.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), i paesi del G20 hanno speso circa 16.000 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia di coronavirus per rilanciare le loro economie.

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