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Solo ora diventa chiaro quanto sia profondo il buco del debito dietro l’azienda di moda della baronessa morta

Solo ora diventa chiaro quanto sia profondo il buco del debito dietro l’azienda di moda della baronessa morta

Solo ora diventa chiaro quanto fossero privi di significato e senza speranza i debiti dietro la casa di moda della baronessa assassinata Miriam Olins (70). Ciò è evidente da un audit annuale completo. Nel suo anno inaugurale, il 2010, Maison Ullens ha iniziato con una perdita di 934.967 euro. Sebbene suo marito, Jay, abbia continuato a versare decine di milioni di euro dal suo groviglio di proprietà, il buco del debito dell’azienda di moda di Mimi sta solo diventando più profondo.

Stefan Vanderstreiten

Giovedì scorso, non solo si è saputo che il barone vedovo Guy Ullens de Schouten (88 anni) aveva effettivamente trovato un nuovo amore, ma anche che la casa di moda della moglie assassinata Miriam – ‘Maison Ullens’ – aveva finalmente chiuso. La baronessa di 70 anni è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dal figliastro, Nicholas, il 29 marzo.

Secondo l’autore del reato, voleva tra l’altro fermare la stravaganza della matrigna. Se si riferiva principalmente alla sua casa di divertimento familiare, nemmeno il contabile più esperto lo contraddirebbe. Oltre a un negozio online – che, stranamente, è ancora online – le collezioni di abbigliamento della Baronessa sono state vendute in tre boutique chic in località costose a Parigi, New York e Aspen (USA) e un’altra in circa 50 negozi multimarca in tutto il mondo. . Ma in realtà, questa sgargiante nave alla moda si è capovolta ancor prima di lasciare il porto. Lo testimoniano tutti i conti annuali della società ombrello “MUS” (“Maison Ullens de Schooten”), che fin dall’inizio andavano contro ogni logica economico-finanziaria.

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L’avventura fashion della baronessa Miriam Olins (proprio con il marito e ora vedovo Guy, ndr) non ha registrato un solo euro di utile.Maison Ollins/Getty Image

Trattamento all’ossigeno

Ha senso che una nuova casa di moda, soprattutto nel settore dell’esclusivo, abbia bisogno di tempo per crescere. Così il primo risultato di una perdita di 934.967 euro nel primo anno di apertura 2010 può ancora essere coperto con il manto dell’amore. Ma negli anni successivi le cose andarono di male in peggio.

Con una perdita annua di 1.839.322 euro nel 2011, contro una perdita di 6.098.395 euro nel 2014. A quel punto il conto “MUS” era già in rosso per 14.896.224 euro (!) e valeva 13,5 milioni di euro di ossigenoterapia per essere amministrato dal barone Gay deve essere fornito. Ma la casa di moda è stata ulteriormente soffocata dalla sua stessa paranoia, con una nuova perdita di 8.503.308 euro nel 2015.

Imperterrito, tuttavia, Ullens ha resistito fino a quando, alla fine del 2017, il pozzo totale era già – eccezionale – 24.437.641 euro e quando anche gli audaci imprenditori si erano arresi, è seguito un altro contributo di 15.770.000 euro al nuovo capitale. Ma questo, ovviamente, non era altro che uno straccio sanguinante.