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L’Europa apre la strada a tecniche di allevamento avanzate

L’Europa apre la strada a tecniche di allevamento avanzate

Sta facendo notizia in questi giorni in Italia la celebrazione del genetista Nazzareno Strampelli, padre della moderna coltivazione dei cereali, con l’inaugurazione di una mostra al Ministero dell’Agricoltura e la prossima serie di francobolli, che suggeriscono che l’Europa – e quindi più Italia – è ancora in ritardo nel riconoscere e applicare tecniche di allevamento più avanzate. Solo quest’anno, almeno secondo gli addetti ai lavori, potrà infrangere la barriera creata dalla sentenza del 2018 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che impedisce il progresso tecnologico in questo settore combinando transgenesi, cisgenesi e mutazione.

“L’orticoltura intelligente attualmente si basa solo su droni, sensori e irrigazione precisa, mentre un ruolo fondamentale deve essere riconosciuto a innovazioni come l’editing genetico”, afferma l’avvocato italiano Vincenzo Acquafredda, esperto di diritto della proprietà intellettuale e nuove varietà vegetali presso lo Studio Trevisan & Cuonzo. . “Purtroppo, anche l’European Rehabilitation and Resilience Facility non contiene riferimenti alla ricerca genetica e al miglioramento della diversità, sebbene questi siano ormai considerati uno degli strumenti più importanti per garantire la futura sostenibilità del sistema alimentare globale”.

Soprattutto l’editing genetico, insiste l’avvocato. “A differenza degli organismi geneticamente modificati (OGM), l’editing genetico comporta un intervento mirato sul DNA di un organismo, senza l’inserimento di materiale genetico estraneo proveniente da altre specie o dalla stessa specie. In natura possono verificarsi miglioramenti in alcuni importanti tratti genetici, ma ci vuole molto più tempo per la natura.”

Qui interviene la mano dell’uomo per accelerare una mutazione nella giusta direzione, con conseguenti numerosi vantaggi: non solo maggiore produttività o maggiore resistenza alle malattie, ma soprattutto nuove proprietà nutritive. Ad esempio, questo è ciò che la vitamina D può fornire nei pomodori biofortificati.

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“Il Regno Unito ha potuto commercializzare questo prodotto innovativo grazie alla sua esenzione dalle norme comunitarie”, spiega Vincenzo Acquafreda. “Oggi siamo convinti che la proposta di regolamento europeo che ribalterà la sentenza del tribunale del 2018 sarà adottata al più presto. Ciò consentirà finalmente una spiegazione scientifica di cosa sono gli OGM in relazione alla cisgenesi e all’editing genetico. Ci saranno sviluppi promettenti possibile che prima non fosse possibile a causa del divieto imposto in quel momento. Abbiamo 20 anni di ritardo, ma è sicuramente meglio tardi che mai”.

Secondo l’avvocato, diversi allevatori si stanno già preparando a quello che sembra essere un cambio di paradigma. Una volta adottato, il nuovo regolamento europeo troverà applicazione immediata in ciascuno Stato membro. Gli allevatori hanno due strumenti, a seconda dei casi, per tutelare i propri diritti alle diverse innovazioni che possono derivare dall’editing genetico: il brevetto varietale, che tutela un determinato tipo di pianta e, a seconda della specie, che ha un limite temporale. da 25 a 30 anni, o brevetto biotecnologico, che ha una durata di 20 anni e protegge le piante di un gruppo vegetale (cioè non una varietà vegetale) o una specifica sequenza di DNA.

Torniamo infine a Nazzareno Strampelli, che non volle brevettare i suoi grani perché potessero fare il giro del mondo e diventare la base di tutta la moderna agricoltura cerealicola. Chissà quali miracoli avrebbe compiuto con le tecniche genetiche di cui disponiamo oggi. Chi celebra il proprio patrimonio dovrebbe pensarci quando è prevenuto o critico nei confronti di altre innovazioni nel settore agroalimentare.

Studio Legale Trevisan & Cuonzo
Tel: +39 (0)80 8764216 (Italia)
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