Il bilancio delle vittime è già salito a 72 dopo che i corpi di una donna e di una bambina di tre anni sono stati ritrovati dopo che una barca di migranti si è capovolta al largo delle coste della Calabria, nel sud Italia. Dopo la tragedia, il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha inviato una lettera ai funzionari europei a Bruxelles sostenendo un approccio europeo comune.
La Meloni si sente sostenuta dalla risposta ricevuta. La presidente della Commissione Ursula van der Leyen riconosce l’obbligo morale di evitare nuove tragedie. L’UE stanzierà mezzo miliardo di euro entro il 2025 per il reinsediamento di circa 50.000 migranti vulnerabili in Europa.
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Per quanto riguarda il capo della commissione, bisognerebbe dare assistenza a chi ha bisogno di protezione internazionale, ma andrebbero rimandate indietro le persone che non hanno diritto a stare in Europa. Van der Leyen ha parlato della necessità di fermare la partenza delle barche per combattere il traffico di esseri umani e creare più spazio per “canali di migrazione” legali e sicuri.
Recensione di Mark Rudd
Anche l’Italia vuole fare uno sforzo in più. I ministri italiani si incontreranno giovedì in Calabria per rendere omaggio a coloro che sono morti la scorsa settimana. Lì verranno prese decisioni per accelerare il trattamento delle domande di asilo e intraprendere azioni più severe contro i trafficanti. Ancora una volta, occorre chiarire che fornire assistenza in mare è fondamentale.
Tuttavia, in pratica, questo governo sta bloccando il lavoro delle ONG che salvano i migranti in mare. E il vicepremier Matteo Salvini, ad esempio, collega le ONG ai trafficanti di esseri umani, anche se non ci sono prove per questo.
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Il primo ministro olandese Mark Rutte, che mercoledì ha incontrato a Roma il suo omologo italiano, ha fatto eco a quel messaggio. Rutte voleva mostrarsi forte sulla migrazione e ha ricevuto aspre critiche dalle agenzie umanitarie dopo averle collegate al traffico di esseri umani. Il presidente del Consiglio non ha saputo fare esempi e le parole sono poi suonate “troppo miopi”.
Nonostante il sostegno verbale di Rudd all’Italia, i Paesi Bassi, insieme a un gruppo di altri paesi dell’Europa occidentale (incluso il Belgio), continuano a sollecitare l’UE a costringere l’Italia a riprendere i richiedenti asilo che sono originariamente arrivati lì ma poi si sono trasferiti nel nord Europa. Secondo i paesi denuncianti, l’Italia non ha onorato il suo obbligo di recesso da dicembre.
Una versione di questo articolo è apparsa nel numero del 9 marzo 2023 del giornale
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