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45 dei 240 animali sono già morti

45 dei 240 animali sono già morti

Nei Paesi Bassi, la febbre catarrale è stata scoperta in oltre 5.300 allevamenti di bestiame. Fonte: National News Agency, 13 novembre. Per la prima volta dal 2009 si sono verificati casi di reinfezione, soprattutto nel nord e nel sud dei Paesi Bassi, a Utrecht, nella Frisia e nella Drenthe. La preoccupazione è alta anche a Zeevang. Foto di Yvonne Gochman.

A tavola in fattoria con Sylvia van der Kooij e Frank de Wit, dal Meadenweg vista sui prati e sul Westinde Oosthuizen. Sylvia lavora come allevatrice di pecore e ha già perso 45 dei suoi animali a causa del virus che causa la febbre catarrale. Sylvia spiega: “I moscerini infetti, che sono piccole mosche, trasmettono il virus da una pecora all’altra. Le conseguenze sono febbre alta, gonfiore delle articolazioni, dolori alle gambe e stomatite. Il virus fa scoppiare i minuscoli vasi sanguigni, gli animali soffrono terribilmente e noi siamo con le spalle al muro. Tutto quello che potevamo fare era portare qui le pecore. Ho paura di riportare gli animali fuori a causa del rischio di contaminazione. Non si spiega perché un animale, una pecora o una mucca, sia stato ferito e un altro no. Altrettanto inspiegabile è il fatto che gli animali maschi siano più suscettibili all’infezione da virus rispetto alle femmine. Tra le 45 pecore morte ci sono 34 arieti e 11 agnelli da riproduzione. Dobbiamo aspettare il vaccino e fino ad allora noi e tutti i nostri colleghi siamo impotenti”.

Danno serio

Sono già morte 45 pecore. Sylvia continua a parlare del danno: “Prima di tutto, il danno emotivo. Sei devastato e vuoto quando vedi gli animali morire sotto le tue mani. Poi lavora fino a tarda notte, dando medicine e dando da mangiare. Fai davvero tutto quello che puoi. Ti mostrerò i conti del veterinario, il servizio delle carcasse e il mangime ora che le pecore sono arrivate. Poi c’è la perdita degli animali. In totale il contatore sale a circa 15mila euro: si fermerà lì? L’allevatore di bestiame Frank de Wit dice delle mucche: “Se anche loro si ammalano di febbre catarrale, hanno gli stessi sintomi delle pecore, producono meno latte o non ne producono affatto, gli aborti sono più comuni e le articolazioni sono ispessite. Inoltre, l’infertilità causata dal virus è un grave problema. Inoltre, non esiste un vaccino disponibile per le mucche”.

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Primavera 2024

Sylvia continua a parlare del governo che, a suo parere, sta facendo pochi sforzi per sviluppare un vaccino e non sta fornendo sostegno agli agricoltori colpiti. “Nessuno sa cosa fare dopo. Ma è chiaro che la prossima primavera i prati avranno un aspetto completamente diverso: meno agnelli, meno bovini. Non ho il numero esatto degli animali morti nella zona di Zaanstrück-Waterland, ma il fatto è che a livello nazionale sono già morti 30.000 capi di pecora. Nella regione di Waterland, diverse aziende hanno già perso da un terzo alla metà del loro bestiame da riproduzione. Cosa dovrebbe succedere dopo? Il settore è impaziente di trovare un vaccino. Tutti gli sforzi devono concentrarsi su questo. perché solo allora usciremo da questa “miserabile situazione”.