Il ministro riconosce che il rapporto tra politica – e quindi tutto il governo – e Bpost è distorto. Ha descritto la propria autorità, che ha anche definito un “errore costruttivo”: “Il ministro della tutela Bpost non è autorizzato per nulla, ma responsabile di tutto”. Afferma di non avere gli strumenti per svolgere correttamente il suo compito.
Dalla privatizzazione dell’azienda postale, nulla è cambiato nei rapporti tra governo e Bpost. I collegamenti ei contratti non sono cambiati, anche se ora Bpost è una società quotata posseduta solo per il 51% dal governo. In questo, de Sutter vede la radice dei problemi che ora stanno emergendo: “Abbiamo aperto il coperchio e ora vediamo cosa sta emergendo. Ora dobbiamo guardare a un futuro diverso”.
De Sutter ha annunciato che il governo sta quindi lavorando a un piano d’azione. In primo luogo, dovrebbe avere i propri esperti postali all’interno del dipartimento governativo, in modo che il governo non debba rivolgersi alla stessa Bpost per acquisire competenze attraverso il distacco. Prevede anche, tra l’altro, la creazione di una cellula indipendente che monitori i contratti tra governo e Bpost, cosa che al momento non sta accadendo. Inoltre, l’organismo di vigilanza BIPT si rafforza e intende trasferire tutte le azioni Bpost alla società di investimento federale FPIM.
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