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Cosa è successo a Bali?

Cosa è successo a Bali?

Potrebbero essere queste ultime immagini sopravvissute dell’invasione russa dell’Ucraina: accanto alle fosse comuni a Mariupol e altrove, le immagini congelate di camere di tortura dall’aspetto cupo, nude e fredde? I luoghi in cui gli occupanti russi hanno torturato, picchiato, violentato, fulminato e ucciso la popolazione locale. Sono i testimoni silenziosi della crudeltà russa che ora riappaiono nella Kherson liberata. A volte è portato dai sopravvissuti o da messaggi come “Dio salvaci” scolpiti nel muro.

A rigor di termini, non è nemmeno un frutto. Chi conosce la Russia comprende la spericolata banalità della violenza. Ha sempre fatto parte del regime di Putin. Putin è diventato un eroe russo quando ha distrutto Grozny e ripristinato la “stabilità”. Da allora, nel Caucaso russo corre un “nastro trasportatore di torture”, e nessun gallo lo ha mai cantato.

Ma ora che questo sistema ha varcato i confini della Russia, sta andando a sbattere contro un muro. Un muro ucraino, ma sempre più, come si è scoperto questa settimana, sta diventando anche internazionale. Questa settimana è successo qualcosa di speciale al vertice del G-20 a Bali. Contrariamente alle aspettative, è stata rilasciata una dichiarazione di chiusura. Pur riconoscendo che ci sono “differenze di opinione” sull’argomento, conteneva anche critiche aspre e sincere all’invasione russa, e in questo caso è importante e significativo.

I medici trasportano il corpo di una vittima trovata sotto le macerie sulla scena di una sparatoria notturna a Mykolaiv.Foto AP/Efrem Lukatsky

Concerto delle Grandi Nazioni

Per il G-20, in questo frangente in cui il Consiglio di sicurezza dell’Onu è paralizzato e troppo europeizzato, è forse l’approccio più vicino all’idea originaria di Franklin D. Roosevelt di un “gruppo di grandi potenze”. Sono rappresentati tutti i principali paesi di tutto il mondo, compresi i paesi BRICS. E’ il gruppo dei “Paesi emergenti” che comprende, oltre a Cina e Russia, anche Brasile, India e Sudafrica, i Paesi che si sono astenuti dal voto sull’invasione russa alle Nazioni Unite.

Cosa è successo a Bali? Il fatto che Putin non si sia presentato era già di cattivo auspicio. Il secondo segnale è stato l’incontro di ore tra i presidenti Biden e Xi, poi interpretato come una “distensione” diplomatica: ci sono ancora forti divergenze, anche su Taiwan, ma la temperatura si sta abbassando e i due Paesi più potenti del mondo può ancora parlare di problemi.

Poi, secondo un’interessante ricostruzione in Financial Times, un ruolo di primo piano lo giocano i padroni di casa Indonesia e India, l’altra superpotenza asiatica che ospiterà il G20 il prossimo anno. Hanno visto la guerra come segue: il suo effetto su tutto il mondo economicamente e in termini di approvvigionamento alimentare. Ha convinto altri paesi in gioco, come Argentina, Messico e Arabia Saudita, a giungere a una dichiarazione congiunta. “Questo è stato il primo G20 in cui i paesi in via di sviluppo hanno deciso l’esito”, ha detto un funzionario indiano.

Inoltre, giovedì è arrivato l’annuncio delle Nazioni Unite e della Turchia che l’accordo sul grano, che consente l’esportazione di grano ucraino attraverso il Mar Nero, sarà prorogato di 120 giorni. “Una decisione importante nella lotta globale contro la crisi alimentare”, ha affermato il presidente Zelensky. E ancora un segno che la Russia, vedendo l’importanza della lotta diplomatica globale per la guerra, si scontra sempre più con i confini.

Un altro esempio è la retorica mutevole della Russia sul potenziale uso di armi nucleari. Minacce velate del presidente Putin, tra le altre, hanno aperto la strada a furibonde smentite perché Mosca sta pensando di schierare armi nucleari. Un altro fattore qui è che il malcontento è stato espresso in tutto il mondo per gli scontri nucleari russi.

Attacchi alle infrastrutture civili

Il sostegno del presidente Xi alla Russia, dal punto di vista geopolitico, è abbastanza consistente: l’Occidente è colpevole di guerra, ha ribadito questa settimana. Tuttavia, descrive questo sostegno in modo più chiaro: la Cina “si oppone risolutamente ai tentativi di armare cibo ed energia”.

Putin non ha prestato attenzione a quest’ultima critica per il momento. Gli attacchi alle infrastrutture civili vitali dell’Ucraina continuano senza sosta, giorno dopo giorno. La resilienza degli ucraini è grande, ma le autorità sono allarmate e lanciano l’allarme. Kiev spera che i partner occidentali possano aiutare rapidamente a riparare parte del danno.

I parenti piangono durante i funerali di Maksim Krupeva, il soldato ucraino ucciso otto giorni fa durante i combattimenti nella regione di Mykolaiv.  Immagine Il New York Times/Brendan Hoffman

I parenti piangono durante i funerali di Maksim Krupeva, il soldato ucraino ucciso otto giorni fa durante i combattimenti nella regione di Mykolaiv.Immagine Il New York Times/Brendan Hoffman

Finché la Russia ha i missili necessari, può continuare i suoi sforzi per consegnare una setta piaga all’Ucraina. Inoltre, a Mosca ci sarà la speranza che un giorno o l’altro quest’inverno – con l’aumento dei prezzi e l’assorbimento di nuovi rifugiati – i paesi europei riconsidereranno il loro sostegno unificato all’Ucraina. Ciò che manca a Mosca è la consapevolezza che finora le sette atrocità e piaghe hanno fallito, non solo in Ucraina, ma anche in Europa. Il fatto che la posizione diplomatica internazionale della Russia non stia migliorando ridurrà anche la tendenza a soccombere alla violenza.

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