La violenza sessuale contro le donne sfollate nel Congo orientale continua ad aumentare al di fuori

Secondo le Nazioni Unite, nel nord-est del Congo sono attivi più di 130 gruppi armati che combattono per la terra e le risorse o per proteggere le proprie comunità. I combattenti nella regione utilizzano da tempo la violenza sessuale come arma.

Nel 2022, secondo l’Internal Displacement Monitoring Center, più di 4 milioni di persone sono state sfollate all’interno del Congo a causa del conflitto in corso, il numero più alto in Africa e superato a livello globale solo dall’Ucraina.

Le condizioni dei campi, dove i rifugi sono poco più che teli di plastica, rendono le donne vulnerabili agli attacchi. Uomini armati fuori dal campo costringono donne e ragazze ad uscire alla ricerca di legna da ardere e altre provviste.

Rapporti recenti indicano la terribile situazione delle donne e delle ragazze nel Congo orientale, in particolare nel campo per sfollati di Bolingo e nelle aree circostanti. Ogni giorno, una media di 70 vittime di violenza sessuale cercano cure mediche nelle cliniche gestite da MSF.

Solo nel mese di luglio l’organizzazione ha curato 1.500 donne vittime di violenza sessuale in tre campi profughi, più del doppio rispetto a maggio.

“Per le sopravvissute alla violenza sessuale, che hanno già sofferto per aver lasciato le proprie case, l’impatto di questa esperienza traumatica si farà sentire per molto tempo”, ha affermato Esmeralda Alabre, coordinatrice del programma UNFPA per la violenza di genere nel Congo nordorientale. “Questo trauma durerà tutta la vita.”