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La Corte Suprema degli Stati Uniti non vieta la legge sull’aborto in Texas

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la sentenza in un’udienza d’urgenza contro la legge che vieta l’aborto per sei settimane.

Cinque dei nove giudici della Corte Suprema hanno deciso di ignorare una richiesta di emergenza da parte delle organizzazioni per l’aborto e per i diritti delle donne di fermare la più severa legge sull’aborto. La sentenza non è stata sorprendente, dato che anche i giudici non si sono pronunciati sulla legge prima che entrasse in vigore mercoledì. Nella Corte Suprema, i giudici conservatori hanno una netta maggioranza.

La nuova legge vieta l’aborto una volta registrato il battito cardiaco fetale, dopo circa sei settimane. A quel tempo, la maggior parte delle donne non sapeva ancora di essere incinta. Inoltre, non c’è eccezione in caso di stupro o incesto. Un’eccezione può essere fatta solo se la salute della donna è a rischio. Più dell’85% di tutti gli aborti eseguiti in Texas fino ad oggi si verificano dopo il periodo di sei settimane.

La legge sta proprio nell’attacco repubblicano alle leggi sull’aborto. Decine di stati degli Stati Uniti, tra cui Louisiana e Georgia, hanno già preceduto il Texas nel vietare gli aborti non appena viene rilevato un battito cardiaco fetale, intorno alla sesta settimana di gravidanza. Tutte queste leggi sono state annullate perché violavano il precedente stabilito dalla Corte Suprema in Roe v. Wade nel 1973. Ha affermato questo diritto all’aborto finché il feto non era vitale, fino a 22-24 settimane di gestazione.